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STAGIONE 2015 |
Vincenzo Nibali (Messina, 14 novembre 1984) è un ciclista su strada italiano che corre per l'Astana Pro Team. Corridore da corse a tappe e professionista dal 2005, è uno dei sei ciclisti[3] (il secondo italiano dopo Felice Gimondi) ad aver conquistato almeno un'edizione di tutti i tre Grandi Giri, avendo vinto la Vuelta a España 2010, il Giro d'Italia 2013 e il Tour de France 2014. Si è aggiudicato anche due edizioni della Tirreno-Adriatico, due Giri del Trentino e nel 2014 il titolo di campione italiano in linea. Fin da dilettante è stato soprannominato "lo squalo dello Stretto", per il suo modo di correre sempre all'attacco e alle sue origini messinesi.[4]
Indice
CarrieraGli esordiNella categoria Allievi ottiene 7 successi, e nel 2001 al primo anno da Juniores si aggiudica 5 corse che saranno 19 insieme alle 14 ottenute nel 2002 sempre nella stessa categoria, tra cui spiccano la classifica finale del Giro della Lunigiana ed il campionato italiano. In quell'anno conquista inoltre una medaglia di bronzo a cronometro ai campionati del mondo di Zolder sempre nel 2002. Nel 2003 passa alla categoria Under-23, ottenendo 7 successi in totale, tra i quali due tappe alla Lienz-Passau-Budweis e un secondo posto finale; i risultati positivi gli valgono la chiamata ai campionati d'Europa e del mondo. Nel 2004, ancora da Under-23, ottiene 12 vittorie, ed è nuovamente convocato per il Campionato europeo, ma si fa notare soprattutto ai mondiali di Verona, durante i quali è quinto nella prova in linea e terzo in quella a cronometro di categoria. 2005-2007: i primi anni da professionistaNel 2005 la Fassa Bortolo di Giancarlo Ferretti decide di arruolarlo nella propria squadra professionistica. Nello stesso anno si classifica secondo dietro Horner (dopo una lunga fuga) nella sesta tappa del Giro di Svizzera, sesto nella Milano-Torino e quarto nella prova a cronometro del campionato italiano. Nel 2006 entra a far parte della Liquigas di Danilo Di Luca, ottenendo il suo primo successo da professionista nella seconda tappa della Settimana Internazionale di Coppi e Bartali, in seguito all'ennesimo attacco da lontano. È una stagione positiva per Nibali: ottiene due successi, tra cui il Grand Prix de Ouest-France, e la convocazione al mondiale nella prova a cronometro (giungendo 16º), oltre a diversi piazzamenti all'Eneco Tour, al Giro di Polonia ed al Giro di Danimarca. L'anno dopo vince il GP di Larciano (arriva al traguardo con il compagno di squadra Pellizotti che gli cede la vittoria) e si ripete il giorno dopo al Giro di Toscana, staccando tutti. Poi partecipa al Giro d'Italia, nelle vesti di gregario di Danilo Di Luca, arrivando diciannovesimo, è secondo nella cronometro dei campionati italiani (a due secondi da Marco Pinotti) e ottiene nuovamente la convocazione per il mondiale a cronometro, concluso anch'esso in diciannovesima posizione. 2008-2009: i piazzamenti al Giro e al TourApre la stagione 2008 aggiudicandosi la classifica finale e una vittoria di tappa nel Giro del Trentino, e si prepara ad affrontare il Giro d'Italia come capitano della squadra insieme a Franco Pellizotti. Durante la gara si dimostra però non ancora abbastanza pronto e infatti accusa diversi ritardi dai migliori nelle tappe di montagna più dure; si mette in luce però nelle tappe a cronometro e come discesista. Dopo buone prestazioni nelle tappe della Marmolada, e sul Monte Pora, conclude il giro in undicesima posizione (terzo nella classifica dei giovani). Dopo la competizione italiana decide di partecipare al Tour de France, facendo da spalla al più giovane compagno Roman Kreuziger, fresco vincitore del Giro di Svizzera. Nella dodicesima tappa, anche in seguito alla squalifica per positività al CERA di Riccardo Riccò che lo precedeva in entrambe le classifiche, entra nella top ten della classifica generale della corsa e diventa leader nella classifica dei giovani, indossando quindi la maglia bianca, distintivo che perderà per soli 6" il 22 luglio a vantaggio del lussemburghese Andy Schleck. Il giorno successivo, all'Alpe d'Huez, arriva 41º a 17'21" dal vincitore Sastre, scivolando in classifica al ventesimo posto a 25'39" dalla maglia gialla. Scavalcato anche da Roman Kreuziger, giunge terzo nella graduatoria dei giovani. Durante la Grande Boucle viene annunciato come sesto uomo della spedizione olimpica in sostituzione di Riccardo Riccò. Nel 2009 partecipa al Giro del Delfinato, concluso in settima posizione, e vince il Giro dell'Appennino. Prosegue la stagione al Tour de France, giungendo settimo e mostrando qualità di scalatore. Dopo una breve sosta, torna alle corse in agosto, vincendo il Gran Premio Città di Camaiore. Il 23 agosto, durante una tappa dell'Eneco Tour in cui era in fuga, cade rimediando una frattura scomposta della clavicola che gli impedisce di partecipare al campionati mondiale di Mendrisio. 2010: il terzo posto al Giro e la vittoria alla VueltaInizia il 2010 con la partecipazione al Tour de San Luis, dove si aggiudica la vittoria nella quarta tappa, una cronometro individuale, e la vittoria finale della corsa. A causa della defezione di Franco Pellizotti, fermato per valori ematici sospetti, viene chiamato all'ultimo momento a sostituirlo al Giro d'Italia 2010[5], dove esordisce con un undicesimo posto nella cronometro d'apertura. Nella quarta tappa, la cronosquadre di Cuneo, la vittoria dalla sua Liquigas-Doimo gli consente di recuperare i 5" di ritardo da Aleksandr Vinokurov e di vestire la maglia rosa di leader della corsa. La mantiene per tre giorni, perdendola, a seguito di una caduta durante la tappa degli sterrati, a favore dello stesso Vinokurov. Conquista quindi la vittoria nella 14ª frazione, la Ferrara-Asolo: primo in vetta al Monte Grappa, salita sita a 25 chilometri dall'arrivo, stacca i tre compagni di fuga (Evans, Scarponi e Basso) in discesa e si invola verso il traguardo; in questo modo riesce anche a inserirsi all'ottavo posto in classifica generale, a 6'51" da David Arroyo. Dopo la successiva cronoscalata di Plan de Corones risale fino al sesto posto della generale, mentre con la terzultima tappa (Brescia-Aprica), in cui al traguardo è terzo, battuto da Scarponi e Basso, risale in terza posizione generale con un ritardo di 2'30" da Ivan Basso dopo essersi reso protagonista di un attacco sul Mortirolo insieme a Basso e Scarponi. Nella penultima frazione, la Bormio-Ponte di Legno, però, perde 18" dal rivale per il terzo posto Michele Scarponi, mantenendo in tal modo un margine di appena 1" sul ciclista marchigiano; nell'ultima tappa, la cronometro di Verona, precede tuttavia Scarponi di 12" e può così salire sul terzo gradino del podio finale del Giro d'Italia 2010. È terzo anche nella classifica a punti. In seguito partecipa al Giro di Slovenia: giunge primo nella terza tappa, da Bled a Krvavec, e ottiene la testa nella classifica generale provvisoria; l'indomani mantiene la posizione aggiudicandosi la vittoria della corsa. Dopo aver rinunciato al Tour de France, in agosto, in preparazione alla Vuelta a España, corre e vince il Trofeo Melinda, in Trentino. Prende quindi il via alla Vuelta, con ambizioni di classifica.[6] Fin dalle prime tappe lotta per il vertice della classifica, avvicinandosi alla maglia rossa di leader della generale in diverse occasioni. Nell'undicesima frazione perde circa venti secondi dal vincitore e nuovo capoclassifica Igor Antón;[7] tre giorni dopo si piazza secondo alle spalle di Joaquim Rodríguez e, complici la caduta e il ritiro di Antón, conquista per la prima volta la maglia rossa, anche se con soli 4" su Rodríguez.[8] La maglia la perde nella sedicesima tappa, con l'arrivo in salita a Cotobello, a favore di Rodríguez, che va ad acquisire un vantaggio di 34",[9] ma già l'indomani, nella cronometro individuale di Peñafiel, riesce, nonostante una foratura, a riguadagnare il simbolo del primato con un vantaggio di 39 secondi su Ezequiel Mosquera e di 1'58" sul vincitore di tappa Peter Velits, mentre Rodríguez scende a quasi quattro minuti.[10] Nella penultima tappa, quella decisiva con arrivo sulla Bola del Mundo, è piazzato subito alle spalle del rivale Mosquera, vincitore di giornata, mantenendo così il primo posto nella generale,[11] per un successo finale che il giorno dopo a Madrid è ufficiale. Dopo 20 anni la vittoria della corsa iberica torna quindi a un ciclista italiano. Oltre alla maglia rossa Nibali fa sua anche la maglia bianca della classifica combinata, arrivando poi terzo nella classifica a punti e quinto in quella di montagna.[12] In seguito alla squalifica di Mosquera, è assegnata a Nibali anche la vittoria parziale della penultima tappa. Chiude la stagione con il quinto posto al Giro di Lombardia.[13] 2011: il secondo posto al Giro d'ItaliaDopo un ritiro di due settimane con la squadra a Tenerife,[14] Nibali fa il suo debutto stagionale il 22 febbraio in occasione del via del Giro di Sardegna.[15] In marzo partecipa alla Tirreno-Adriatico concludendo la corsa al quinto posto;[16] pochi giorni dopo, alla Milano-Sanremo, giunge al traguardo all'ottavo posto, nel gruppo di testa.[17] La preparazione in vista del Giro d'Italia si conclude in aprile al Giro del Trentino, ove è ventiquattresimo, e alla Liegi-Bastogne-Liegi, nella quale si classifica ottavo. A maggio prende il via della "Corsa Rosa" da capitano della Liquigas-Cannondale. Durante le tre settimane di gara, nonostante il terzo posto di tappa sullo Zoncolan e il secondo a Nevegal, non riesce a contrastare il dominio di Alberto Contador: chiude la corsa sul terzo gradino del podio di Milano, a quasi sette minuti dallo spagnolo e superato in classifica anche da Michele Scarponi. In seguito alla squalifica per doping di Contador il messinese guadagna tuttavia il secondo posto finale alle spalle di Scarponi[18] e il successo nella sedicesima tappa, la cronometro di Nevegal[19]. Ottiene così il terzo piazzamento sul podio consecutivo negli ultimi tre grandi Giri cui ha partecipato. Ritorna poi alla Vuelta a España, restando nelle zone alte della classifica fino alla 14ª tappa, nella quale va in crisi. Non riesce a ripetersi chiudendo la corsa spagnola al settimo posto, a 4'31" dal vincitore Juan José Cobo.[20] Al Giro di Lombardia entra in un tentativo promosso da Paolini sulla discesa di Sormano e sul Ghisallo stacca tutti (compreso il plurivittorioso in stagione Philippe Gilbert). Poi prova l'azione in solitaria, ma sul falsopiano successivo alla discesa del Ghisallo, il lavoro della Sky riporta il gruppo sul corridore siciliano. 2012: il terzo posto al Tour de FranceL'atleta italiano inizia la stagione con il Tour de San Luis arrivando al quinto posto finale. Conquista la prima vittoria dell'anno nell'arrivo in salita della quinta tappa del Tour of Oman, concludendo al secondo posto nella classifica generale della corsa arabica a un secondo di distanza dal vincitore Peter Velits.[21]. Partecipa alla Tirreno-Adriatico, perde terreno nella cronosquadre, poi arriva terzo nella quarta tappa, superato al traguardo finale di Chieti dal compagno di squadra Peter Sagan e da Roman Kreuziger[22]. Nella tappa successiva vince distaccandosi sulla salita di Prati di Tivo.[23] Nella penultima tappa marchigiana arriva secondo dietro lo spagnolo Joaquin Rodriguez guadagnando sei secondi sul leader della generale Christopher Horner.[24] Grazie alla tappa a cronometro finale, conclusa al nono posto, guadagna venti secondi sull'atleta statunitense scavalcandolo nella classifica generale e vincendo la corsa.[25]. La settimana successiva si classifica terzo alla Milano-Sanremo vinta da Simon Gerrans. In aprile è invece secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi, alle spalle del kazako Maksim Iglinskij. Non si presenta al Giro, rinunciando alla corsa per meglio preparare il Tour de France. Alla Grande Boucle Nibali è protagonista nelle tappe alpine[26] e conclude la corsa francese al terzo posto finale, diventando il secondo italiano dopo Felice Gimondi a salire sul podio di tutti i tre Grandi Giri[27]. Dopo il Tour viene convocato nella selezione che partecipa alla prova in linea dei Giochi olimpici di Londra, terminando poco oltre la centesima posizione. Il 3 agosto è ufficializzato il suo trasferimento all'Astana a partire dalla stagione ciclistica 2013.[28]. Il 6 settembre Nibali torna quindi alla vittoria, dopo quasi sei mesi, nella quarta tappa de Il Padania, conclusa sull'arrivo in salita del Passo della Bocchetta. Il giorno successivo si aggiudica la classifica generale della breve corsa a tappe. Nello stesso mese, ai mondiali su strada sulle strade di Valkenburg (dopo il quarto posto nella cronosquadre disputata con la Liquigas-Cannondale), è il capitano della nazionale azzurra: all'ultimo passaggio sul Cauberg, che decide la corsa, prova l'attacco senza risultati e viene bruciato dal belga Gilbert, che va a vincere in solitaria. Nibali chiude 29º. 2013: la vittoria al Giro e il secondo posto alla VueltaA seguito di un accordo ufficializzato nell'estate precedente, dal 2013 Nibali cambia squadra e passa all'Astana del campione olimpico Aleksandr Vinokurov.[29] Nel passaggio di squadra, dalla Liquigas lo seguono i gregari Valerio Agnoli e Alessandro Vanotti. Apre la stagione a fine gennaio, in Argentina, partecipando al Tour de San Luis e ottenendo un quarto posto a cronometro. A febbraio corre il Tour of Oman con buoni piazzamenti e chiudendo settimo nella classifica generale;[30] prende poi parte al Gran Premio Città di Camaiore e, nei primi giorni del mese successivo, partecipa alla Roma Maxima[31], provando la fuga solitaria in entrambe le corse. Sempre a marzo si presenta alla Tirreno-Adriatico. Decisiva, in quella corsa, è la sesta tappa, a Porto Sant'Elpidio, quando Nibali, dopo essere andato all'attacco in salita a 16 km dal traguardo, stacca gli avversari e incrementa il proprio vantaggio nel tratto conclusivo di pianura, vincendo la tappa e giungendo così in testa alla graduatoria generale;[32] manterrà la posizione anche dopo l'ultima cronometro, vincendo così per la seconda volta la "corsa dei due mari". Nell'occasione precede sul podio il britannico Chris Froome e lo spagnolo Alberto Contador.[33] Dopo pochi giorni si presenta alla Milano-Sanremo, ma le avverse condizioni meteo lo spingono a ritirarsi. Nel mese di aprile è al via del Giro del Trentino: nella quarta frazione, quella con l'arrivo in salita a Sega di Ala, stacca Bradley Wiggins e Mauro Santambrogio, vincendo la tappa e la classifica generale della corsa. Terminato il Trentino disputa la Liegi-Bastogne-Liegi, ma non riesce a fare la differenza. A maggio si presenta come uno degli aspiranti alla vittoria del Giro d'Italia, assieme a Bradley Wiggins, Michele Scarponi, Cadel Evans e il vincitore uscente, Ryder Hesjedal[34]. Dopo la cronometro a squadre chiusa al terzo posto e una prima settimana di controllo, al termine dell'ottava tappa, una cronometro di 54,8 km da Gabicce a Saltara, indossa dopo tre anni la maglia rosa. Nella decima tappa, al primo vero arrivo in salita sull'altopiano del Montasio, si classifica terzo[35]. Nel weekend della seconda settimana attacca sul monte Jafferau a 2 km dall'arrivo di Bardonecchia senza riuscire a staccare Mauro Santambrogio, vittorioso nello sprint conclusivo. Il giorno dopo sul Colle del Galibier mantiene il vantaggio in classifica nei confronti degli inseguitori; nella diciottesima tappa, la cronoscalata da Mori a Polsa, si aggiudica quindi la vittoria staccando di 2'36" il secondo della generale Cadel Evans. Dopo l'annullamento della diciannovesima tappa per avverse condizioni meteorologiche, si ripete nella ventesima frazione, l'ultima di montagna, con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo (cima Coppi del Giro), staccando gli inseguitori e giungendo al traguardo in solitaria. La ventunesima tappa, con arrivo a Brescia è una pura formalità. Nibali riesce dunque alla sua quinta presenza alla "corsa rosa" a ottenere la vittoria finale, dopo un terzo e un secondo posto rispettivamente nelle edizioni 2010 e 2011. Dopo una lunga pausa di riposo, durante la quale si reca anche in Kazakistan, torna alle gare a luglio partecipando al Tour de Pologne in preparazione al secondo obiettivo stagionale, la Vuelta a España. Nella corsa spagnola, nella quale è uno dei favoriti per il successo[36], conquista dopo la seconda tappa la maglia di leader. Dopo aver perso la prima posizione riesce nella cronometro di Tarazona a riprenderla allo statunitense Chris Horner; nelle successive tappe di montagna gestisce gli attacchi degli avversari. Nella sedicesima tappa, però, viene attaccato e va in crisi, perdendo circa 20 secondi dai suoi avversari principali, Rodríguez, Horner e Valverde. Mantiene la maglia rossa, ma solo temporaneamente: nella diciannovesima frazione perde infatti la leadership che va definitivamente al quarantaduenne Horner. Nibali conclude così la corsa in seconda posizione, a 37" dal vincitore Horner. Partecipa ai Mondiali di Firenze. Al penultimo giro Nibali cade e perde contatto dal gruppo di testa, ma riesce a recuperare: all'ultima tornata il suo attacco su Fiesole, dopo quello del connazionale Scarponi, opera la selezione definitiva: rimangono in testa Nibali, Rui Costa e il duo spagnolo Rodriguez-Valverde (Uran cade in discesa). Nelle fasi finali Nibali non riesce a imporsi anche a causa della tattica suicida degli spagnoli, che consegna l'iride a Rui Costa: il Mondiale si chiude con il quarto posto per Nibali, battuto in volata da Alejandro Valverde. 2014: la vittoria al TourVincenzo Nibali inizia la stagione pensando al Tour de France e, per preparazione, partecipa al Tour of Oman, alla Parigi-Nizza, al Tour de Romandie e al Critérium du Dauphiné, durante il quale riceve una lettera di richiamo da parte dei vertici dell'Astana a causa del suo scarso rendimento nella prima parte di stagione.[37] Vince quindi il Trofeo Melinda, valido per i Campionati nazionali in linea, e diventa per la prima volta campione italiano. Il successivo Tour de France lo vede protagonista il 6 luglio, quando conquista la seconda tappa York-Sheffield con uno scatto a 1800 metri dall'arrivo, indossando la maglia gialla con 2 secondi di vantaggio su Froome e Contador, i due favoriti per la vittoria finale. Nella quinta tappa, caratterizzata dalla presenza di numerosi tratti in pavé, Nibali si piazza terzo staccando specialisti del calibro di Cancellara, Terpstra, Sagan e Trentin, e guadagnando un considerevole vantaggio sui principali avversari nella classifica generale. Nella stessa tappa Chris Froome, vincitore della passata edizione e già caduto nella tappa precedente, è vittima di altre due cadute e si ritira con una frattura al polso. Arrivati alle prime salite Nibali e Contador dimostrano di essere i corridori più in forma. Nell'ottava tappa lo spagnolo attacca più volte, guadagnando soltanto 3" negli ultimi cento metri. Nella nona tappa, vinta dopo una lunga fuga dal tedesco Tony Martin, Nibali perde la maglia gialla a favore del francese Tony Gallopin, uno dei fuggitivi di giornata. La riprende il giorno successivo, nell'arrivo alla Planche des Belles Filles; nel frattempo il rivale Alberto Contador si era ritirato a causa di una caduta. Nella tappa alpina con arrivo in salita a Chamrousse Nibali vince per distacco la sua terza frazione al Tour. Nella diciottesima tappa, con il transito sul Colle del Tourmalet e l'arrivo in salita a Hautacam, Nibali vince ancora con più di un minuto su Thibaut Pinot e quasi due minuti su Alejandro Valverde. Nella cronometro finale continua a incrementare il distacco sugli avversari,[38] prima della passerella finale a Parigi, che lo vede vincitore del Tour de France (16 anni dopo l'ultima vittoria di un italiano, quando a trionfare fu Marco Pantani).[39] Aggiudicandosi la classifica generale del Tour Nibali diventa il sesto ciclista della storia ad aggiudicarsi la cosiddetta Tripla Corona, ovvero la vittoria in almeno un'edizione di tutti e tre i grandi Giri, e diviene inoltre il secondo ciclista, dopo Bernard Hinault, ad esservi salito sul podio almeno due volte. Un distacco di tempo maggiore rispetto quello dato in classifica generale da Nibali al secondo Jean-Christophe Péraud era stato registrato diciassette anni prima, quando Jan Ullrich aveva preceduto Richard Virenque di 9'09". Un corridore che ha mantenuto la maglia gialla più a lungo è stato Jacques Anquetil, che nel Tour de France 1961 ha tenuto la maglia di primo in classifica generale dal secondo giorno fino alla fine, togliendola a André Darrigade che l'aveva ottenuta durante la prima tappa. Nella settimana successiva prende parte a criterium post-Tour, ottenendo quattro successi, due secondi posti, battuto in volata da Greg Van Avermaet e da Rui Costa, e un terzo nel criterium di Ninove, vinto dal velocista Marcel Kittel.
Tratto da Wikipedia |